Il circolo dei misogini del dopo cena

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Caro amico misogino,
so che tu rifiuti con sdegno questo appellativo, anche se in una fase recente della tua vita te ne vantavi apertamente, salvo poi rinnegare questa tua innata indole. Ti scrivo per chiederti un favore: ti prego, ti decidi a fondare questo benedetto club dei misogini? Se vuoi puoi pure chiamarlo AMR (associazione misogini riuniti) o, con la scusa di organizzare tra voi soci memorabili partite di calcetto, MFC (Misoginia football club). Fai pure tu, sbizzarrisciti… “Circolo dei misogini del dopo cena”, “Congregazione misogina riunita”, “Società per azioni misogine”, “Confraternita dei misogini smarriti”, “Consorzio per la biomisoginia”, “Forza misogini”…

Tutto, purché trovi il modo di allietare con le tue dissertazioni filosofiche antifemministe altre orecchie che non siano le mie. Te lo dico con franchezza: non ne posso più di sentirti ripetere, per la duecentoquarantanovesima volta, il tuo pratico teorema in tre punti, che afferma che:

1) LA DONNA è interessata esclusivamente a conoscere il tuo conto in banca prima di interessarsi anche solo vagamente a te. Se sei cassintegrato, disoccupato, squattrinato o nullatenente non hai perciò alcuna speranza di uscire fuori dal tuo triste stato di isolamento forzato…
2) LA DONNA, se vagamente attraente, non si interesserà mai a un uomo che non sia bello, affascinante, alto e possibilmente muscoloso, cosa che tu dici di non essere…
3) LA DONNA, se molto bella, deve necessariamente essere anche cretina, volgare o ignorante…

Insomma, sentirti sciorinare i tre punti con la solita aria mesta della vittima designata, con quell’astio rivestito di cinismo avvolto dalla solita aura autolesionista, mi ha fatto venir voglia di desiderare, come contrappasso dantesco, di vederti davvero fidanzato con una di queste “donne” che tu tanto critichi e detesti.

Ma il fatto, caro mio, è che questa fantomatica DONNA che tu hai assurto a simbolo totemico contro cui scagliare le tue freccette avvelenate, non esiste se non nella tua testa. Perché sì, ce ne sono tante che non si metterebbero mai con un cassintegrato, che sono irresistibilmente attratte da un bel pettorale e che, fornite di eccezionali argomentazioni da madre natura, hanno giudicato inutile coltivare altri interessi che non fossero quelli di rendere ancora più perfette le forme con cui, senza sforzo, possono stendere con uno sguardo mille uomini adoranti. Ma prendere questi esemplari e trasformarli in un essere unico e indivisibile, summa di tutti i tuoi mali, con la granitica certezza che le ragazze che non corrispondono a queste caratteristiche rappresentino sporadiche eccezioni, isole nell’oceano, rare perle in via d’estinzione, la dice lunga sulla tua presunzione.

La DONNA che tu tanto detesti non esiste. Esistono le donne, quelle in carne ed ossa che tu ti rifiuti di frequentare da cinque anni. Quelle che tu non ti degni di conoscere, perché sei talmente certo che non ne valga la pena, che rimarrai deluso, che le tue congetture saranno presto confermate, da non soffermarti a pensare all’ovvio. E lo sai qual è l’ovvio? L’ovvio è che anziché domandarti perché tu, essere puro e gentile, sei vittima di una cospirazione planetaria per cui sei finito ad abitare in un mondo pieno di donne avide e superficiali che non apprezzeranno mai la tua nobiltà d’animo, la tua cultura, la tua intelligenza, per il solo fatto che sei disoccupato, colto e non pettoralizzato (combinazione micidiale, a tuo dire), non ti domandi perché una qualsiasi donna dovrebbe passare il suo tempo con un uomo che prima ancora di conoscerla la sottopone a inflessibili valutazioni volte a confermare tutte le sue preesistenti teorie negative su di lei.

Lo so, le mie parole ti sembreranno ingiuste. So quanto hai sofferto quando Lucia, a cui ti eri donato con totale fiducia, ha distrutto quell’ideale romantico che tu avevi delle donne. Ma la tua risposta qual è stata? Negli ultimi cinque anni hai collezionato zero ragazze. In compenso, ti atteggi a psicologo pretendendo di sapere il perché e il per come ti ritrovi a quarant’anni a condividere il tuo monolocale con due pesci rossi (maschi) e un canarino, scaricando la responsabilità su quell’essere ideale che ti sei costruito nella mente e che corrisponderebbe, secondo i tuoi deliri, al profilo di quasi ogni donna abitante il pianeta terra. Ora, prima che tu mi tolga il saluto annoverandomi nella lista nera delle donne corrispondenti al tuo inattaccabile profilo, ti dico una cosa: mi piaci, mi piaci sul serio.

Lo so che io per te rappresentavo l’eccezione alla regola per cui un uomo e una donna non possono essere veramente amici, e mi dispiace deluderti. A dirla tutta, ti deluderò ancora di più: mi piaci anche se sei disoccupato e hai la calvizie e sei colto. Se non te ne fossi accorto, sono una donna in carne ed ossa, che abita il pianeta terra e che tu conosci. Ma se continui nella tua crociata, nascondendo le tue qualità dietro uno stupido vittimismo mascherato d’antropologia spiccia, temo che i motivi per i quali mi ostino a frequentarti possano venire meno.
Perciò, ora che ho scoperto le carte, hai solo due possibilità: o fondi questo beneamato club per misogini e sfoghi là le tue teorie senza coinvolgermi più, oppure ti decidi a chiamarmi per dirmi che sono carina, intelligente, semplice, e che, dopo tutto, non sarebbe una cattiva idea pensare di voler trascorrere il resto della tua vita con me.

Con brutale sincerità, Claudia
7 maggio 1999

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