Caro Lello,
non avrei mai pensato di prendere carta e penna e scriverti questa lettera. E’ la prima volta che lo faccio in vita mia. Non ho mai scritto una lettera, nemmeno per corteggiare una ragazza o per protestare contro l’aumento dell’abbonamento di Quattro ruote. Quindi capirai la gravità della mia decisione.
Ti ho scritto perché il tuo stato di imbranataggine nei confronti delle nuove tecnologie (e anche di quelle vecchie, se è per questo) ha raggiunto livelli tali per cui mi si ponevano innanzi solo due alternative, la seconda delle quali era l’omicidio. Ora, visto che ti voglio bene e mi sarebbe dispiaciuto farti fuori, ho optato per la prima soluzione.
Te lo scrivo qui, nero su bianco, inchiostro su carta, così non potrai dire di aver cancellato accidentalmente l’sms o di non aver letto la mail, o di non aver sentito la suoneria o di non essere riuscito ad accedere al tuo profilo facebook. Te lo scrivo qui, una volta per tutte: da domani in poi qualsiasi nostra conversazione, qualsiasi nostro contatto, qualsiasi nostra interazione, avverrà di persona, faccia a faccia. Io non ti chiamerò più al telefono, non ti manderò più messaggi, non ti scriverò più mail, ti cancellerò dai miei contatti facebook e ignorerò qualsiasi tuo tentativo di metterti in contatto con me tramite qualsiasi tipo di aggeggio tecnologico che non sia quello strumento naturale che hai in gola chiamato “corde vocali”. Mi hai costretto a prendere questa decisione per i seguenti motivi:
1) Non ne posso più di scriverti sms sapendo che li leggerai il giorno dopo. Scriverti: “Passo a prenderti alle tre,” per poi aspettarti invano sotto casa e ricevere un tuo sms otto ore dopo in cui mi rispondi: “Scusa, ho letto solo ora. Per caso sei già passato?” è imbarazzante.
2) Non ne posso più di chiamarti a vuoto sette volte nel giro di un’ora, sapendo che se va bene risponderai al telefono solo all’ottavo tentativo per dirmi che a) non hai sentito la suoneria b) non trovavi il telefonino c) avevi lasciato il telefonino in macchina, o in bagno, o da tua suocera, o alla stazione ferroviaria d) eri in palestra e ti eri scordato di spegnere il cellulare.
3) Non ne posso più di scriverti una mail sapendo già che non mi risponderai e che, se lo farai dopo mille solleciti, la mail di risposta arriverà dopo una settimana.
4) Non ne posso più di ricevere le tue inutili telefonate delle quattro del pomeriggio in cui tu, disoccupato bramoso di spendere tutti i 1560 minuti gratis che hai a disposizione, chiami me, che in quel momento sono al lavoro con la bile in mano e le orecchie che fumano, per intrattenermi con le tue decisive opinioni sulla situazione in Medio Oriente.
Infine, ti do alcuni consigli che ti saranno utili per non ricevere da altri lettere simili a questa. Per prima cosa ti comunico che quando ti scrivo un sms per chiederti “Dammi conferma della tua presenza stasera,” lo faccio perché è una maniera semplice di avere una risposta immediata. Quello che devi fare tu è scrivermi immediatamente “Sì, ci sarò”, oppure “No, non ci sarò”. Quello che invece devi smettere di fare è chiamarmi, intrattenermi per due ore con le tue decisive opinioni sulla situazione in Medio Oriente, e soltanto dopo altri interminabili ed inutili preamboli, dirmi che mi hai chiamato per riferirmi che stasera ci sarai. Credimi sulla fiducia: basta un sintetico sms!!!
Un’ultima cosa: sappi che se rispondo con un giorno di ritardo ai tuoi sms è perché li leggo con un giorno di ritardo… se non rispondo subito alle tue chiamate è perché io sono da una parte e il mio telefonino da un’altra, oppure non ho alcuna voglia di risponderti… se rispondo alle tue mail dopo una settimana è perché mi sono dimenticato di farlo subito o sono stato impossibilitato a farlo… e se ti chiamo alle quattro del pomeriggio è perché magari ho voglia di sentire un amico.
Detto ciò, ci vediamo sabato al bar. Alle otto in punto. Non scrivermi alcun sms di conferma. Se ci sarai, ci sarai. Altrimenti, dedurrò dalla tua assenza che non hai ancora letto la ma lettera.
Massimiliano,
9 febbraio 2012